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05/06/20237 peccati capitali: vederli in modo diverso
E se leggessimo i 7 peccati capitali in modo diverso?
Non come una serie di regole di comportamento da mettere in atto per rientrare nella categoria dei “bravi”, ma come un modo per non limitare la propria autonomia?
Si possono leggere i 7 peccati capitali come indicazione per raggiungere l’autenticità.
Invidia
Quando si è invidioso/a? Quando si pensa di non avere abbastanza in confronto agli altri.
Potrebbe capitare di pensare che se vivessimo la vita dell’altro allora sì che saremmo felici. E osserviamo che cosa dice, come si veste, come parla, che cosa mangia, ne vorremmo i beni materiali. Perché siamo influenzati dal suo prestigio, dalla sua felicità, dal suo potere….
Ma che cosa si sta facendo in realtà senza accorgersene? Non si valutano le possibilità che si hanno intorno in base a ciò che ci occorre, o che si desidera. E così facendo chinati a guardare dal buco della serratura la vita di qualcun altro perdiamo la nostra libertà.
E se provare sentimenti d’invida fosse un campanello d’allarme per indagare dentro di noi quanto ci sentiamo liberi di prenderci ciò che ci fa star bene, in base a ciò che desideriamo effettivemente, in base a ciò che ci piace?
INVIDIA: Accorgersene per non far dipendere la propria vita per il comportamento di un’altra persona.
Avarizia
Quando si è avaro/a? Quando si è troppo influenzati in tutte le scelte dall’aspetto economico della questione.
Ma non è solo voler accumulare beni, denaro, oggetti, o il non voler spendere denaro. L’avarizia si manifesta anche con sfumature differenti, ad esempio nella scelta del lavoro. Se si sceglie un lavoro per il corrispettivo economico e non in base a ciò si desidera, si limita la propria libertà personale.
L’avarizia come un velo scende su tutto ciò che si tocca, che si pensa, che si vive. E se provare questo sentimento fosse un modo per accorgersi di avere il freno a mano tirato? Per non vivere la libertà? E libertà ha la stessa radice della parola piacere in latino Libertas = libertà e Libet = piacere. Perciò si potrebbe dire che ciò che piace rende liberi.
AVARIZIA: Accorgersene per non far dipendere le proprie scelte dal denaro che è un mezzo, un fenomeno inerte.
Ira
Quando sono irato/a? Quando c’è un moto di reazione violenta, spesso rabbiosa, e per lo più non giustificabile dopo che è passato dice il vocabolario.
Credo che quando si sente qusto tipo di rabbia profonda esplodere dentro o fuori di noi sia perché non si riesce ad affermare le proprie ragioni.
Avere ragione, che oggi sembra un must, in realtà rappresenta un limite. Perché? Perché indica la volontà di fermarsi in un certo punto, per la paura di avere torto, di essere contraddetti, di non essere più seduti sul trono della ragione. E se avere ragione fosse un modo per restringere le nostre vedute? E se mettere in discussione l’aver ragione invece fosse un modo per allargare i nostri orizzonti? Potremmo provare quando si prova l’ira a cercare quale ragione crediamo ci sia stata negata.
IRA: Accorgersene per non correre il rischio di far dipendere le proprie scelte dalla voglia di aver ragione.
Superbia
Nel vocabolario Treccani leggiamo della superbia la seguente definizione “Radicata convinzione della propria superiorità (reale o presunta) che si traduce in atteggiamenti di orgoglioso distacco o anche di ostentato disprezzo verso gli altri“.
Per essere superbi occorre avere un’idea di se stessi e del mondo precisa, prestabilita, ferma, statica. Grazie al fatto di mettere questi paletti rigidi che sanciscono la propria superiorità rispetto al resto del mondo, si possono assumere atteggiamenti di superbia.
E se la superbia fosse lì per farci accorgere dei nostri copioni, delle nostre abitudini reiterate, degli shcemi fissi nostri o ereditati da altri (famiglia, società, scuola, religione…) dell’idea che abbiamo di noi e del resto del mondo? E se tutte le volte che cadiamo nella tentazione di sentirci superiori di qualcuno facessimo scendere in campo l’osservatore esterno perché ci indichi che siamo caduti nella trappola della superbia?
SUPERBIA: Accorgersene per non far dipendere tutte le nostre scelte, dall’idea che si ha del mondo e di se stessi.
Gola e Lussuria
Questi due vizi capitali sono interconnessi. Interessante notare come Il termine “consumare” si riferisca sia ad un pasto che ad un atto sessuale, oppure il vocabolo “appetito” indichi sia l’atto del mangiare che la voglia di soddisfare un appetito sessuale.
Nel linguaggio comune inoltre si possono trovare tanti modi di dire inerenti sia al cibo sia al sesso: “essere un bel bocconcino“, “restare digiuno“, “mangiare con gli occhi“, “essere divorato dalla gelosia“, “cotto a puntino“…. Gola e lussuria condividono anche l’organo della bocca come fulcro, che infatti sia mangia sia bacia. Entrambi i vizi sono esperienze assolute capaci di far provare soddisfazione ed appagamento.
Gola
La gola non è soltanto una mancanza di moderazione nell’assunzione di cibo o bevande. È una forma di manipolazione del corpo attraverso i suoi appetiti. Analogamente alla gola, l’ossessione per la magrezza o per la forma fisica, ad esempio il culturismo, sono il modo di permettere al corpo di determinare i nostri comportamenti senza più equilibrio tra mente-corpo-spirito.
E l’equilibrio è dinamico, se l’appetito prende il sopravvento e tutto gira attorno al desiderio di cibo ed al modo per soddisfare questo desiderio/bisogno allora l’orizzonte si chiude e ci si blocca. E se la gola fosse un modo per richiamarci a riconquistare un equilibrio con mente e spirito?
GOLA: Accorgersene per non far dipendere le scelte della propria vita, che riguardano il piacere dalla quantità, dalla porzione di cibo che si desidera.
Lussuria
Lussuria dal vocabolario Treccani parola che deriva dal latino luxuria = rigoglio, eccesso, sfrenatezza, derivato di luxus = lusso, slogatura, separazione, il cui significato è abbandono ai piaceri del sesso, desiderio ossessivo e smodato di soddisfare tali piaceri. La radice della parola lussuria coincide con quella della parola lusso che significa sia lusso che separazione. Appare quindi chiaro il significato di lussuria, che designa qualche cosa di esagerato e di parziale.
Il lussurioso cioè è portato a concentrarsi solo su alcuni aspetti del partner (il corpo o una parte di questo) che diventano il polo dell’attrazione erotica; tutto il resto è escluso, l’interezza è negata. E se la lussuria fosse un mezzo per scoprire che siamo separati, divisi nella nostra interezza? E se fosse lì per mostrarci che la nostra attenzione è focalizzata solo su un aspetto a discapito della possibilità di vivere la completezza?
LUSSURIA: Accorgersene per non far dipendere le proprie scelte di vita dal corpo di un’altra persona e non da se stessi.
Accidia
Dal vocabolario Treccani parola che deriva dal greco ἀκηδία = negligenza, composto di ἀ privativa = senza e κῆδος = cura, per cui da intendersi come “senza cura”. Vocabolo assunto nel lat. tardo come acedia e acidia, che siggnifica: inerzia, indifferenza e disinteresse verso ogni forma di azione e iniziativa.
Ma se l’accidia, questa forma di indolenza, disinteresse, mancanza di azione e cura fosse il risultato della sommatoria delle energie residue consumate dagli altri vizi capitali, ossia zero?
E se l’accidia fosse la spossatezza dovuta ad una mancanza di energie bruciate dal mangiare smodatamente, dal bere copiosamente, da eccessi di ira, da atteggiamenti di superbia, da un continuo attaccamento all’avarizia ed alla lussuria?
E se le energie andassero ad esaurirsi proprio perché non ci accorgiamo di essere sempre accessi? Siamo sommersi da slogan pubblicitari che inneggiano al bere, al mangiare abbondantemente ed a qualunque ora e da manifesti con corpi provocanti che sollecitano e risvegliano istinti sessuali anche per vendere una colla desiva, o una caramella.
Siamo invitati alla competizione, che ci spinge a guardare costantemente che cosa fanno gli altri e quindi ad invidiarli se li riteniamo più realizzati di noi, oppure a sentirci superiori se i campioni siamo noi. Ci spostiamo nel traffico dentro scatolette e siamo pronti ad inveire contro gli altri guidatori per aver perso un semaforo verde…
ACCIDIA: Accorgersene per non diventre gregari di un sistema e perdere così la nostra libertà.
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Foto di Engin Akyurt su Unsplash