Come comunica il corpo
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16/04/2024Metodo di riequilibrio dei 5 diaframmi
Il metodo di riequilibrio dei 5 diaframmi è una nuova opportunità che si viene ad annoverare tra le mie proposte professionali.
E’ un trattamento che si focalizza proprio sulla possibilità di rilassare le contratture ingenerate dalla tensione diaframmatica. Questo tipo di tensione, a catena, provoca una serie di disturbi che, se trascurati, rischiano di diventare compagni di viaggio di una vita.
Ad esempio una tensione del muscolo diaframma facilita una cattiva digestione, ed una cattiva digestione provoca una serie di altri disturbi a cascata. Oppure una tensione del diaframma tentorio può provocare mal di testa tensivo. E questi sono soltanto due piccoli esempi. Ma entriamo nel vivo della questione ponendoci la più classica delle domande:
Che cosa significa diaframma?
La parola “diaframma” deriva etimologicamente dal greco διάϕραγμα, derivazione di διαϕράγνυμι o διαϕράσσω «separare». Dal vocabolario Treccani: “Elemento, chiuso o provvisto di aperture, che serve a dividere un ambiente, una cavità, un recipiente in parti, o a limitare la portata di correnti fluide, l’ampiezza di fasci luminosi, e/o simili, dall’uno all’altro degli scomparti da esso determinati“.
Voglio porre l’attenzione sul significato del vocabolo diaframma per non cadere nel tranello di credere che un elemento atto a dividere allontani ciò che separa.
Infatti la sua funzione è di fungere da divisorio non da “allontanatorio”.
L’elemento di separazione tra due o più elementi/ambienti è un confine, perciò tocca e lambisce ciò che separa. E’ insomma l’elemento che segna la contiguità, l’ultimo elemento di contatto tra ciò che separa. Si pensi ad un muro di cinta, è proprio il muro a segnare il punto di separazione, ma anche di contatto tra ciò che separa.
Il diaframma può nascere quindi per evitare qualsiasi punto di contatto tra le porzioni da separare, oppure fungere da separazione quando necessario per poi essere aperto e permettere un passaggio tra i due o più elementi prima separati. Si pensi ad una paratia che separi le acque di un fiume ed i campi contigui. Essa verrà aperta per consentire l’irrigazione e poi richiusa per salvaguardare i campi dall’allagamento.
Ricapitolando il diaframma è un concetto mobile ed articolato che può svolgere una duplice funzione: separare e connettere.
Nel corpo umano sono stati individuati 7 diaframmi. Essi costituiscono piani paralleli tra loro e dividono il corpo in ambienti comunicanti, ma ben differenziati.
Quali sono i diaframmi nel corpo umano
- TENTORIO DEL CERVELLETTO sito nel cranio. Il muscolo tentorio è una struttura anatomica costituita da un lembo di dura madre (= meninge, nello specifico la membrana connettivale più esterna che riveste encefalo e midollo spinale) che separa/unisce il cervelletto dai lobi occipitali del cervello.
- DIAFRAMMA BUCCALE che consta di palato, lingua, mascella e mandibola
- DIAFRAMMA TORACICO sito nella porzione superiore del torace e che
- chiude lo spazio compreso tra clavicole, prime costole e scapole
- DIAFRAMMA MUSCOLO il più importante tra tutti i muscoli respiratori. Separa il torace dall’addome. Influenza l’assetto posturale e la vascolarizzazione del corpo umano, nonché stimola gli oragni che coinvolge col suo movimento ( stomaco, fegato, intestino … )
- DIAFRAMMA PELVICO o perineo. Un piano muscolare che contiene e sostiene dal basso la cavità addominale
- LE GINOCCHIA
- LE FASCE PLANTARI
L’importanza dei diaframmi nel corpo
Il più noto dei 7 diaframmi è il muscolo diaframma. Esso riveste un ruolo fondamentale per lo stato di salute in generale. Il suo stato di tensione normale è fondamentale perché determina gli adattamenti dell’apparato muscolo-scheletrico, del sistema vascolare, del sistema linfatico e del sistema neuro-vegetativo. Inotre, essendo il corpo umano un unicuum, un muscolo diaframma irrigidito e contratto, abbassandosi può aumentare aumenta il diametro del torace. Ciò crea anomalie di funzionamento e vari gradi di tensione e rigidità che si trasmettono direttamente alle vertebre del tratto dorso-lombare e più in generale a tutta la colonna vertebrale. Tra le vertebre che formano la colonna vertebrale tre di esse hanno un ruolo fondamentale:
- D4 —> per il controllo dell’equilibrio statico e dinamico. D4—> definita vertebra del controllo della vasomotricità perché a questo livello c’è collegamento tra plesso cardiaco, nervo vago e nervo frenico
- D12 —> definita centro emorragico perché a questo livello c’è l’incontro tra tre arterie responsabili dell’irrorazione di gran parte degli organi addominali.
- L3 —> definita vertebra del controllo della visceromotricità per il legame meccanico col punto di ancoraggio della colonna con tutto l’intestino tenue. L3— è la vertebra che segna la continuità col pavimento pelvico
Che cosa succede quando il diaframma si irrigidisce?
- diminuzione degli scambi vascolari – minor drenaggio venoso
- minor efficienza della circolazione linfatica
- riduzione della mobilità degli organi del torace e dei visceri
- possibile sofferenza di fegato, esofago, colon, duodeno, intestino tenue
- possibilità di stipsi
- possibilità di stasi, conseguente acidosi ed indebolimento del sistema immunitario
- minor capacità di respiro
- dolori localizzati all’altezza dei diaframmi: stomaco, schiena a livello dorsale, mascella/mandibola, pianta dei piedi, spalle, testa
- tensione emotiva
Perché è importante il lavoro sui diaframmi?
I diaframmi sono in relazione anatomica, mio-fasciale e neurologica tra loro. Questo continuum miofasciale, comprende aree corporee anche molto distanti fra loro. Tramite il riequilibrio di queste strutture è possibile riportare armonia in tutto il sistema corpo. Poter riallineare i diaframmi consente di ritrovare armonia nel respiro, inteso come azione respiratoria di ritrovata sintonia tra polmoni e diaframma muscolo, ma anche permette di ripristinare la sincronicità di movimento tra i 5/7 diframmi, che muovendosi armonicamente non si contrastino l’un con l’altro.
In che modo si agisce col trattamento sui diaframmi?
Innanzitutto respirando. Possiamo iniziare ad osservare il respiro.
Ecco alcuni tipi di osservazione che possiamo mettere in atto in autonomia.
Com’è il respiro?
- Calmo, rilassato, continuativo?
- Sono presenti delle apneee? In inspirazione o in espirazione?
- Il respiro accompagna lo stato d’animo che si sta vivendo. Ciò accade o si ha il respiro affannoso anche quando si è in situazione di quiete?
- Se invito il mio corpo a respirare è in grado di assecondarmi o sono ostaggio di una modalità unica di respiro?
- Conosco e posso mettere in atto una respirazione toracica?
- Conosco e posso mettere in atto una respirazione diaframmatica?
- Conosco e posso mettere in atto una respirazione quadrata?
- Conosco l’utilità calmante dell’allungamento dell’espiro?
Sui diaframmi si agisce anche con il lavoro mio-fasciale, come vuole il mio trattamento sui 5 diaframmi, secondo il principio di biotensegrità.
Che cos’è la mio-fascia?
Il lavoro mio-fasciale interessa sia la parte muscolare del corpo che quelle fasciale. La fascia è una rete di tessuto connettivo che avvolge, sostiene, e collega tutte le unità funzionali del corpo: muscoli, tendini, legamenti, ossa, organi interni, vasi sanguigni, vasi linfatici e concorre al metabolismo, alla funzionalità ed al benessere generale.
Che cos’è la biotensegrità?
Con ll termine tensegrità si definisce il principio architettonico che determina le tensiostrutture. La tensiostruttura è formata da elementi compressivi quali barre/montanti, e da elementi tensivi quali cavi/tiranti che definiscono lo spazio che vengono a creare. Tale struttura ha un proprio equilibrio e mantiene la sua forma senza ausilio di null’altro. Questo princio si può riportare all’essere vivente. Paragonando gli elementi compressivi alle ossa e quelli tensivi a muscoli/legamenti/ tendini, possiamo riconoscere nel corpo umano una tensiostruttura che non necessità di null’altro per stare in piedi. Ciò prende il nome di BIOTENSEGRITÀ.
Il tessuto vivente grazie alla sua organizzazione con elementi in continua tensione e detensione è in grado di gestire correttamente le tensioni meccaniche e trasmetterle in tutto il corpo, meccano trasduzione, dal livello cellulare nel micro fino al livello macro muscolo-scheletrico. La meccano trasduzione è uno dei modi in cui il sistema corpo informatizza ogni sua porzione.
Quanto dura il trattamento sui 5 diaframmi?
Dura 1 h e viene praticato dall’operatore al cliente disteso sul lettino.
Chi può riceverlo?
Tutti dai bambini agli anziani. Indicato soprattutto per le persone che sentono respiro affannato, tensione addominale, tensione dorsale. Ottimo per chi soffre di riflusso gastrico. Ideale per chi ha tensione generalizzata in quanto rilassa profondamente. Indicato anche in caso di cervicalgia, dolori mandibolari/mascellari, mal di testa tensivo, sensazione di compressione della cassa toracica.
Ti aspetto per un trattamento di riequilibrio dei diaframmi.
Grazie al sito https://www.spazio50.org/equilibrio-tra-i-7-diaframmi/