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21/11/2023Cos’è una consulenza di Aromatologia Olistica
Una consulenza di Aromatologia Olistica significa incontrare l’olfatto e familiarizzare col proprio naso.
Permette di chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare in un viaggio dentro di sé attraverso un senso che è importantissimo, ma che, secondo me, è piuttoto trascurato, sottovalutato o non riconosciuto nei suoi meriti.
Ti propongo un viaggio esperienziale che non necessita di alcuna conoscenza pregressa. Ed essendo l’olfatto un “senso istintivo”, ossia che dà risposte non mediate dalla corteccia, risulta non solo essere un’esperienza unica ed irripetibile ma addirittura per quante volte si possa ri-fare l’esperienza essa sarà ogni volta differente.
Per cui senza temere di svelare nulla che possa vanificare l’esperienza sensoriale voglio raccontare alcune curiosità che mi sono già state chieste da alcuni riceventi sul magico mondo dell’odorato.
La differenza tra oli essenziali ed essenze
Vengono definiti OLI ESSENZIALI il prodotto delle piante ottenuto dall’uomo secondo diverse tecniche estrattive.
Le ESSENZE sono secrezioni prodotte dalle piante attraverso cellule specializzate. Le essenze per le piante non sono di vitale importanza come la fotosintesi clorofilliana, senza la quale la pianta morirebbe, ma concorrono al benesse della piante, ne miogliorano e/o permetto una qualità di vita alta. E sono prodotte dalle piante per soddisfare esigenze specifiche:
- Mantenere la specie
Le essenze attraggono gli impollinatori come bombi, api, farfalle, uccelli e bovini. Non si dimentichi che i semi non digeriti da uccelli e bovini ritornano in natura e possono dar vita a delle nuove piante. È importante sepere che molte essenze non hanno odore, ma sapore. - Mantenere a distanza insetti o altri animali che potrebbero danneggiale
Ad esempio quando le giraffe ne mangiano il fogliame, le piante attraverso la secrezione di essenze specifiche, rendono poco appetibili le foglie per costringerle ad allontanarsi in cerca di un pasto migliore - Aersol naturale
L’evaporazione di essenze attraverso i tessuti della pianta crea un microclima con effetto termoregolativo di salvaguardia, che viene appunto detto, aerosol naturale - Riserva alimentare
In assenza o carenza di luce quando la pianta non può avviare al fotosintesi clorofilliana usa le essenze come zucchero facendole diventare riserve di energia - Funzione allelopatica
Vengono rilasciate nel terreno dalle radici delle essenze che inibiscono la crescita di piante concorrenti e perciò competitrici per le risorse del terreno. - Effetto antimicrobico
Esistono differenti tipi di essenze con funzione diversa: battericida, funghicida, acaricida, antivirale - Il profumo
Le essenze profumate sono un vero e proprio mezzo di comunicazione delle piante per provocare attrazione o repulsione - Difesa fisica dai raggi del sole
I terpeni molecole speicifiche delle essenze trasformano gli infrarossi della luce in calore alzando la temperatura dell’ambiente circostante. - Trasformazione del microclima
Alcune essenze creano una zona contenitiva dell’umidità (Smoky Mountains negli USA)
Perché l’olfatto è definito magico senso
L’ofatto è il senso che ci ha consentito, fin da quando ci chiamavamo uomini primitivi, di sopravvivere, perché è stato ed è il senso deputato a riconoscere la commestibilità del cibo. Inoltre ci ha permesso, prima dell’esistenza dei supermercati, di seguire la scia dei frutti maturi fino aglim alberi e le tracce sia delle prede alle quali ambivamo sia dei predatori dai quali fuggivamo.
L’uso dell’olfatto a pieno regime possiamo riscontrarlo quando osserviamo i nostri animali domestici vivere la loro vita guidati dalla decodificazione degli impulsi odorosi.
Nell’uomo possiamo notare che l’odorato ci guida nel caso di pericolo, ossia di esalazioni pericolose: odore di bruciato, di gas che non ha odore di per sè, ma viene addizionato di un aroma per idenetificarlo in caso di fuga di gas) e di cibo avariato. Ecco allora che si chiudono gli occhi, per fermare momentaneamente il nostro senso più sviluppato, la vista, in favore dei recettori olfattivi.
L’olfatto ci guida anche nel caso di attrazione verso l’altro, che sia un partner o un’amicizia. Spesso si crede che ad attirarci sia stao un bel seno, un bel sedere, un bel sorriso, spalle larghe, un bello sguardo ecc… ma sono caratteristiche, seppur vere per noi, che emergono solo dopo che l’olfatto ci ha fatto scegliere quella persona invece di un’altra.
Anche i modi di dire che riguardano l’olfatto ne sottolineano questa caratteristica: “andare a naso“.
“L’odore subito ti dice senza sbagli quel che ti serve di sapere; non ci sono parole, né notizie più precise di quelle che riceve il naso”
Italo Calvino
Quanti odori esistono
Esistono infinite gradazioni di odori. Ed esse si rifanno a 10 categorie di odori che sono insite nell’uomo ancor prima della sua nascita.
Esse si formano tra la quarta e l’undicesima settimana di gestazione e rappresentano l’odore: pungente, floreale, muschiato, terroso, canforato, mentolato, etereo( = dell’etere –> formalina, formaldeide ), putrido. Probabilmente perché l’uomo nel suo sopravvivere sulla terra ha dovuto imparare a riconoscere ciò che lo faceva sopravvivere da ciò che invece gli procurava morte certa.
Queste categorie sono normalmente usate ancor oggi per poter descrivere e raccontare gli odori che si incontrano.
Come entriamo in contatto con gli odori
Può sembrare una domanda sciocca, ma spesso ci capitano degli “eventi” fisici e non li comprendiamo, non li facciamo nostri, non ne godiamo a pieno, li attraversiamo quasi distrattamente.
Si entra in contatto con le molecole degli odori che evaporano nell’ambiente da qualsiasi oggetto animato ed inanimato che vengono trasportate dall’aria e incanalate mediante il respiro all’interno delle nostre narici.
Le molecole odorose percorrono fino in fondo la cavità nasale ed entrano in contatto con un tessuto tappezzato da recettori. Si tratta deltessuto olfattivo composto da cellule recettoriali dette chemorecettori, da cellule di sostegno e ghiandole deputate alla secrezione di muco. Il muco protegge e mantiene umida la superficie della mucosa, ed aiuta a sciogliere le sostanze odorose, favorendone l’interazione coi recettori.
Come funziona l’olfatto
Anche questa domanda mi è stata posta. Ho cercato una risposta semplice, che non prevedesse uno studio anatomico approfondito, perché non c’entra nulla con l’esperienza della consulenza di Aromatologia.
E soprattutto la conoscenza di come funziona qualcosa se non resta confinata nel mero sapere non preclude la possibilità di vivere a pieno l’esperienza. Anzi è disgiunta dall’esperienza.
Potrei sommariamnete dire che i chemorecettori rappresentano la parte terminale di neuroni a forma allungata e si trovano posizionati su ciglia immerse in uno strato denso di muco, necessario per solubilizzare la molecola odorosa in maniera che possa interagire con il recettore stesso.
Quando la molecola dell’odore interagisce con il recettore, questo si attiva e riconosce la forma e il tipo di molecola e da dove proviene. L’informazione è poi trasferita al bulbo olfattivo in prossimità delle cavità nasali e passa attraverso l’osso etmoide, che si può considere la prima stazione di decodifica. Lì il segnale della mucosa olfattiva viene mistato, rielaborarto ed inviato tramite il primo tramite il primo nervo craniale alle regioni encefaliche poste più in profondità, in particolare all’ippocampo (che svolge un ruolo importante nella memoria a lungo termine) e all’ipotalamo, ed anche le restanti porzioni del sistema limbico.
Perché è importante il sistema limbico
Il sistema limbico è detto anche “cervello olfattivo” ed è costituito da un insieme di aree cerebrali che reagiscono agli stimoli elettrici relativi all’odore producendo sostanze neurochimiche stimolanti o rilassanti, immunomodulanti e antidolorifiche.
Queste sostanze determinano la nostra simpatia o avversione sensoriale nei confronti delle altre persone, dell’ambiente, del cibo.
Il sistema limbico è dunque il responsabile dell’origine e della gestione dei nostri comportamenti e delle nostre emozioni oltre che mediare la memoria e l’apprendimento.
Grazie alla sua stretta connessione con il sistema limbico, l’olfatto non solo ha il potere di scatenare comportamenti immediati, risposte istintive, senza attendere il “giudizio della riflessione”, ma anche di ri-evocare in noi emozioni e di materializzare i nostri ricordi più intimi. Questo meccanismo viene chiamato “memoria olfattiva” e si ri-collega all’inizio quando ho scritto che l’olfatto guida l’uomo istintivamente verso ciò che gli piace e che lo fa stare bene …
Senza indugiare oltre vieni a giocare con me e con gli oli essenziali
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