E se la felicità fosse un sensore?
30/01/2023Le emozioni secondarie
15/03/2023Emozioni primarie e secondarie: una suddivisione per facilitarne la conoscenza
La letteratura filosofica, medica, la narrativa, si sono lungamente occupate del concetto di emozione. Già Platone ed Aristotele dissertavano sulla sfera emotiva. Ultimamente questo campo è oggetto di ricerca da parte di svariate categorie di professionisti: dagli psicologi agli psichiatri, dall’ingegneria genetica alla biologia molecolare, dai neuroscienziati ai fisici quantistici. Ad oggi resta ancora in uso una scansione che prevede, per praticità di studio, la suddivisone della sfera emozionale in emozioni primarie ed emozioni secondarie.
Le emozioni primarie
Le emozioni primarie sono universali, perché innate nell’individuo e proprie di qualsisi popolazione. Le emozioni secondarie originano invece dalla combinazione delle emozioni primarie e si sviluppano con la crescita dell’individuo e con la sua interazione sociale in risposta ai condizionamenti sociali.
L’elenco delle emozioni primarie proposto dagli psicologi evolutivi è questa:
rabbia, paura, tristezza, gioia/felicità, sorpresa, disgusto.
Sono tutte qui? No di certo! A questo proposito suggerisco di sfogliare un libro interessante, “L’atlante delle emozioni umane” di Tiffany Watt Smith che si diverte a raccontarci 156 emozioni e ci invita a scoprire se le abbiamo vissute. Il suo sottotesto è “156 emozioni che hai provato, che non sai di aver provato, che non proverai mai se non le ri-conosci”.
Le emozioni primarie o di base sono:
- Rabbia —> emozione generata da frustrazione che si manifesta con l’espressione dell’aggressività attraverso parole, gesti, atti sia contro se stessi che contro terzi
- Paura —> emozione dominata dall’istinto che ha come preciso obiettivo la sopravvivenza rispetto ad una situazione pericolosa. Il soggetto che la prova può mettere in atto tre possibili comportamenti: attacco/fuga/freezing.
- Tristezza —> si origina a seguito di una perdita o da uno scopo non raggiunto. Si manifesta nel corpo con atteggiamenti più sommessi, che talvolta vengono scambiati per attitudini caratteriali proprie della persona anzichè con l’esternazione di uno stato d’animo. Facciamo un esempio la voglia di piangere sommessamente, oppure un certo nervosismo di fondo, o una sensazione di irreqiuetezza, spesso vengono definite “carattere sensibile”. Che cosa significa? Nulla. Se riconosciamo alcuni parametri della tristezza possiamo accorgersi di provarla ed accoglierla. Inoltre includendola essa ci indicherà che cosa l’ha scatenata e così potremo agire di conseguenza.
- Gioia/Felicità —> uso i due termini perché spesso vengono sovrapposti nel linguaggio comune. Questa emozione è l’espressione dello stato di animo positivo di chi sta vivendo la pienezza, l’appagamento, l’esaudimento di un desiderio, la soddisfazione di un bisogno.
- Sorpresa —> si origina da un evento inaspettato, seguito da paura o gioia. In seguito alla sorpresa: mi fermo = mi stupisco lo sguardo è volto avanti, il mento è come se rientrasse lo sguardo è fisso in avanti => mista a paura
In segguito alla sorpresa: avanzo = mi meraviglio, giro su me stesso/a guardandomi attorno il mento si tira su seguendo lo sguardo che spazia a 360° => mista a gioia - Disgusto —> risposta repulsiva caratterizzata da un’espressione facciale specifica. Collegata all’espressione di digusto del neonato per un alimento percepito come dannoso, pericoloso, cattivo. Da adulti si possono riconoscere reazioni fisiche come: nausea, vomito, sudorazione, abbassamento della pressione sanguigna, in alcuni casi svenimento.
… To be continued …
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Foto di Annie Spratt su Unsplash